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LA RIFICOLONA
Firenze, nella seconda metà del Seicento. In occasione della Festa della Santissima Annunziata, i contadini si riuniscono in città per il mercato. Tra questi c’è Carlotta, un’erborista, molto nota nel suo paese, soprattutto per i rimedi naturali che sempre conoscere, per qualunque problema. Gli abitanti di Firenze però, in particolare i giovincelli, figli della nobiltà, non amano il trambusto portato dai contadini, offendendoli e deridendoli in vario modo, soprattutto le donne sono oggetto del loro scherno. “Ona ona ona, ma che bella fierculona!” Ma Carlotta non ci sta.
I primi di settembre i contadini lasciavano la campagna fiorentina e si incamminavano verso la città per partecipare alla Fiera della Nunziata. Venivano da tutto il circondario, anche dalla Montagna Pistoiese e dal Casentino, per rendere omaggio alla nascita della Madonna nella Basilica della Santissima Annunziata, ma soprattutto per vendere i loro prodotti nel tradizionale mercato che si teneva nella piazza antistante. Partivano durante la notte, per arrivare presto e garantirsi i posti migliori, il cammino rischiarato da lanterne fatte a mano, spingendo carretti e trasportando gerle colme di mercanzia. Portavano vestiti tessuti a mano, funghi seccati sull’aia, canestri di pane e ceste di prodotti degli orti e dei frutteti, oltre a tanti oggetti realizzati in casa.
Carlotta era una di quei pellegrini notturni, come sua madre prima di lei e tutte le donne che le avevano precedute.
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