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DIETRO TELE DI INGANNI

 

Un racconto breve, incentrato sulla figura di un viaggiatore molto particolare, in grado di entrare dentro i quadri che dipinge, un dono eredito dal padre, uno strego delle Apuane, un antico Signore dei Boschi che viveva in comunione con la natura. A volte nei suoi viaggi, il pittore porta sua madre con sé, altre volte viaggia in solitaria, ripercorrendo, tramite i quadri, la storia del mondo.

 

 

Per viaggiare non ho mai avuto bisogno di soldi, né di capienti valigie da riempire di innecessari souvenir. Non dovevo neppure dannarmi a cercare un compagno di viaggio, con cui concordare stancanti maratone per visitare tutto e subito; ne ho avuti tanti di compagni, ogni volta diversi, ogni volta in grado di regalarmi qualcosa di nuovo e, a modo loro, unico.

Mi bastava sedere sulla poltrona logora di mio padre e aprire il suo lascito. Da piccolo, quando la congrega mi parlava dei poteri degli streghi e di quanto fosse importante tenerli nascosti, mi dissero che a volte i doni saltavano una generazione, ripresentandosi in forme diverse. Ecco, qualcosa di simile era successo anche a me. Se mio padre era un creatore di mondi, io ne ero un viaggiatore.

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